Il Male antico, episodio III
#59: Amici di tutti
L'esplorazione delle Grandi Caverne deve proseguire e il Gruppo si rilancia nell'esplorazione. Nonostante i timori degli abitanti del villaggio, le stanze si susseguono, vuote, una dopo l'altra. Sepuku appare contrariato.
"Niente nemici qui!"
Si giunge poi all'ennesima curva del tunnel, e all'ennesima porta chiusa. Una porta piuttosto grande però. Aarsh segnala l'alt: c'è qualcosa di strano. Le impronte di troll, trogloditi e altri abitanti delle Caverne sembrano prendere molto stretta la curva, passando il più lontano possibile dalla porta. Il Cacciatore le osserva, pensieroso, poi si ripete il suono, e ormai nasconderlo ai compagni non ha più alcun senso.
Tutti hanno udito qualcosa di simile ad un enorme sbadiglio. Proprio dietro la porta.
"Cosa è stato?" chiede Melkin.
Natan già intuisce, ma guarda Aarsh. Aarsh fa spallucce. "Che facciamo?"
"Occorrerà un piano" dice Natan.
"Per che cosa?" si intromette Melkin.
"Mica si può entrare così come niente..."
Ma Sepuku ha già aperto la porta ed è entrato. Non rimane altro che seguirlo.
La stanza presenta una piccola spiaggia, la riva di una pozza d'acqua scura alimentata dall'onnipresente torrente che serpeggia per tutte le Caverne. Ma non è l'acqua a catturare l'attenzione dei Nostri, bensì il drago nero sdraiato dall'altra parte, sulla riva opposta. E forse, ancor più che sulla bestia, gli sguardi indugiano sul tesoro su cui giace.
"Il troll sta allargando le proprie fila! Oltre a lucertole ed orchi, anche gente come voi!" dice il drago, gettando nell'acqua i resti di qualcosa che una volta camminava su due gambe.
"Un cambio alla mia dieta è sempre bene accetto!" aggiunge.
"Non siamo il pasto di nessuno!" tuona Aarsh.
"Chi sei? Sei forse anche tu un servo di Skalmad?" lo interroga Natan.
"Io non servo nessuno! Io vivo qui, da sempre! Troll e lucertole sono solo creature che voglio tollerare, per ora almeno. C'è di buono che mi offrono spesso dei pasti, e in cambio tengono lontani i seccatori"
"Noi non siamo servitori di Skalmad. Siamo qui per ucciderlo!" dice Melkin.
"Uh! Oh! Interessante allora!" dice il drago, protendendosi. "Avete già ucciso molti troll, quindi!"
"E non solo!" si vantano Melkin e Sepuku.
"Certo, certo... e orchi? Ne avete visti, di orchi? Uno in particolare, con una grande cresta rossa..."
"Non ci sono orchi tra le fila di Skalmad" dice Natan.
"Oh, non l'avete ancora incontrato, quindi"
"Chi?"
"Mmm... niente... anzi..." e qui l'espressione del drago si fa sorniona. "Vi andrebbe di salvare la pelle?"
"Cosa intendi?"
"Intendo che non vi ucciderò, se mi farete un piccolo piacere"
"Mente!" sussurra Melkin ad Aarsh.
"Non mi fido!" dice Aarsh, guardando Natan.
"Me vuole combattere lui!" si lamenta Sepuku, guardando tutti. Non ha seguito tutto il discorso, ma gli sembra di aver capito che non si combatterà.
"Sentiamo cosa ci propone, possiamo attaccarlo anche dopo!" dice Natan.
Gli altri annuiscono, poco convinti.
"Quale piccolo piacere?" chiede il mago.
"Quell'orco di cui vi dicevo... uh... ha una cosuccia che vorrei"
"Come lo sai?"
"Lo so e basta! ... dicevo, una cosuccia... a voi apparirà come una piccola pietra, a forma di piramide. Insignificante"
"E dove troviamo l'orco?"
"Oh, lui e la sua banda saranno qui nei paraggi. Ma non sono certo che riuscirete a batterli. Peccato non vedere lo scontro, sarebbe una buona cura contro la noia"
"Ti riporteremo la pietra in cambio della tua... misericordia" dice Natan, gettando un'ultimo sguardo al tesoro.
Usciti dalla stanza, i Nostri continuano con l'esplorazione tra i borbottii di Sepuku. Giunti nell'ennesima stanza vuota, il goliath esasperato se la prende con gli scheletri di alcuni troll, che chissà perchè qualcuno ha appeso alle pareti.
"Fallo smettere!" dice Natan a Melkin.
"Perchè?"
"Non so... guarda! Sono ossa antiche. Non è costume dei troll venerare così i morti. E guarda queste iscrizioni... caratteri elfici ma in lingua troll!"
"E allora?"
"Non conosco troll che cammini sotto questo sole in grado di scrivere questa lingua! Sembrerebbe quasi..."
"...La cripta di antichi Re" termina Aarsh. Decisamente inusuale, per dei troll.
Si continua. In diverse delle stanze successive si trovano antiche lastre di bronzo che recano inciso l'avvertimento che si sta per giungere alla sala del trono. Evidentemente, la sala del trono è stata spostata molte volte nel corso dei secoli.
Poi i Nostri giungono innanzi ad una grande scalinata. C'è una porta, socchiusa, in cima alle scale. Il rumore di un grosso mantice e il rombo delle fiamme di una fornace è ben udibile. Natan sbircia all'interno e vede un grosso troll intento ad azionare il mantice, mentre alcune ombre si muovono attorno a lui.
Chi può entra di soppiatto, mentre Melkin e Sepuku fanno quel che possono: irrompono.
"Chi siete?" tuona il troll.
"Sono Melkin, e questi è Sepuku!"
"Amici degli Orchi!" accusa il troll. Le figure attorno a lui, dei possenti grimlock, si girano all'unisono.
"No no, macchè!" dice Melkin, mentre Sepuku teme già dove si andrà a parare. Troppe parole.
"Non conosciamo nessun orco" sostiene Melkin, "Anzi, li stiamo cercando per ucciderli"
"Uccidere gli alleati del nostro signore? Siete quindi nostri nemici!"
"Beh, tecnicamente..."
"Bah, non importa. Poco importa, ormai. Questo clan è allo sfascio, se si permette a degli stupidi orchi di trattarci in questo modo!"
"In quale modo?"
"Sono arroganti! La loro stessa presenza qui, il modo in cui ti guardano! Come ti passano vicino! Se non fossero tenuti in considerazione dal nostro re, e chissà poi perchè, infilerei io un po' di buonsenso in quei loro occhi da porco!"
"Dove sono ora?"
"Volete ucciderli, avete detto"
"Esattamente"
"Facciamo un patto. Dimenticherò come siete giunti fin qui e quanti miei compagni avete sicuramente ucciso, se andrete a far fuori quei bastardi. Poi uscirete di qui, e non ci tornerete più. Io non darò l'allarme. Chiaro?"
"Si può fare. Dove sono?"
"Poco a nord di qui. Ricordate! so quanto tempo occorre per raggiungerli. Se entro mezz'ora non sarete di nuovo qui darò l'allarme, e pregate allora di essere morti per mano dell'orco, perchè Skalmad non avrà pietà!"
"Skalmad è morto" dice Melkin.
"Skalmad cosa? Ha! Andate, andate! E vedete di tornare!"
Ed è così che, in una stanza più a nord, come promesso dal troll fabbro, viene trovata la banda di orchi. Quasi a tranquillizzare Sepuku, gli orchi attaccano immediatamente.
Il combattimento è meno duro del previsto per i Nostri, ormai abituati a ben altro. Ben presto l'orco dalla cresta rossa cade a terra, preceduto dai suoi tre compagni.
Si cerca tra le loro cose e Natan mette mano sulla bizzarra pietra a forma di piramide. Reca incise delle rune. La piramide scivola nelle tasche del mago, mentre i Nostri devono ora decidere cosa fare: obbedire all'ammonizione del troll e tornare dal drago o proseguire verso un ormai vicino Skalmad?