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Il Male antico, episodio III

#62: L'Antico permane

Dopo aver gozzovigliato in mezzo ad una sala del trono stracolma di tesori maledetti ed essere incappati in anatemi assortiti raccogliendo di ogni tra gli oggetti sparsi a terra, i Nostri finalmente si decidono a proseguire. Guidati dall'impavido goblin giungono in una stanza senza più il tetto, al centro della quale si apre un crepaccio oscuro. Il goblin li mette in guardia, dicendo loro che nel crepaccio vive una creatura molto pericolosa e che sarebbe meglio andarsene, quando da uno dei corridoi sbuca fuori un terzetto di ciclopi guardiani. Lo scontro è un divertente diversivo, fintantochè non si vedono giungere in soccorso dei ciclopi anche un gruppetto di gigantesche armature piene di fiamme. A quella vista Natan il mago decide che è meglio prendere tempo e, evocando un muro di fuoco che taglia la visuale tra loro e i nemici, permette al gruppo di gettarsi nel crepaccio, dove si spera di trovare il Calderone.

Fatta un po' di luce, i Nostri si fanno strada nel tunnel finchè non trovano il corpo di un grosso troll a terra, parzialmente bruciato e privo di un occhio: Skalmad. Sembra che qualcosa lo abbia "masticato" lungo tutto un fianco. Qualcosa di grosso. Natan non esclude si possa trattare di una belva di natura magica.

Il tunnel prosegue fino ad una grande stanza sotterranea, rischiarata dal bagliore proveniente da una vasca di pietra piena di un liquido fumoso: il Calderone. Davanti alla vasca si erge un enorme troll, più grosso persino di Skalmad: è lui ora a portare l'Occhio. Al suo fianco, simile ad un grande gatto, vi è una pantera distorcente.

"Siete giunti infine!" dice il troll. "Mi avete ben servito, uccidendo per due volte quel pezzente di Skalmad! Ora non mi servite più! Vard è tornato, e il Vardar ora esisterà di nuovo!"

"Questo lo dici tu!" urla Aarsh, mentre Sepuku e Melkin partono all'attacco, raggiunti dalla pantera.

Lo scontro è subito furioso e Natan mette a buon frutto tutto il suo arsenale magico, ma dalla parte dei cattivi arrivano anche gli spettri di un altro paio di troll, servitori di Vard anche nella morte. Sepuku riceve profonde ferite ma riesce a dire la sua facendo cantare l'ascia maledetta che ha da poco impugnato, capendo di non poterla più lasciare, pena la comparsa di una terribile malattia debilitante.

Anche Aarsh viene reggiunto nelle retrovie dagli spettri e rischia grosso, ma i compagni riescono a trarlo in salvo. Quando Vard cade, il potere dell'Occhio si manifesta nuovamente, facendolo resuscitare all'interno del Calderone. L'Occhio, tuttavia, non appare più su di lui ma al suo posto, su una statua incastonata nel muro.

Vard corre verso la statua per recuperare il potente talismano, ma Natan ne intuisce il piano e si teletrasporta alla statua, afferra l'Occhio, e torna al suo posto, lontano dallo scontro, evocando attorno alla statua una fitta pioggia che blocca la vista.

Ed è così che Vard, mentre cerca disperatamente l'Occhio, viene raggiunto da Melkin e Sepuku, che lo portano alla morte, resa definitiva dal fuoco magico di Natan.

"E ora distruggiamo quell'affare!" dice Aarsh, indicando il Calderone.

"Coraggio Natan, getta l'Occhio nella vasca e recita quel rituale!"

Natan si schiarisce la voce, armeggia un po' tra le sue cose e getta l'Occhio nel Calderone. Inizia poi un balletto attorno alle pietre bagnate, intonando canti arcani, sotto gli sguardi dei compagni.

"Sarà quel che sarà, ma bisogna dire che con 'ste cose ci sa fare, eh..." sussurra Melkin a Sepuku, che annuisce.

Al termine del rituale compare un volto sospeso a mezz'aria sul Calderone. Natan vi parla usando una lingua sconosciuta. Quello risponde. Poi scompare. Lo spettacolo termina.

"Bene, ecco fatto" dice Natan, soddisfatto. "Andiamo?"

"Ma il Calderone è ancora lì" dice Aarsh, notando come la vasca continui ad emettere fumo e luce.

"Oh, quello? Uh, ma non è più... magico. E' solo una vasca ora. Andiamo?"

Ma Aarsh lo fissa, sospettoso. "Sei sicuro di aver fatto tutto bene?"

Ora a spazientirsi è Natan. "Come sarebbe? Chi è il mago qui? Certo che ho fatto tutto bene!"

"E l'Occhio è ancora lì? Nell'acqua?" chiede Aarsh.

"Beh... sì, suppongo di sì" dice Natan. Sepuku, per chiarire il tutto, si getta nella vasca e ne raggiunge il centro. Si china e raccoglie un sasso luminoso.

"La pietra che fa luce ora è di Sepuku!" dice. Aarsh guarda Natan. "Quello non è l'Occhio..."

"Oh, e va bene! Non serviva l'Occhio! Ma il rituale è corretto. Chiedetelo... chiedetelo a Rualiss!"

"Ma per chiederlo a Rualiss dobbiamo tornare nel nostro mondo"

"Appunto, andiamo! Se poi non sarete convinti potrete sempre tornare qui con un mago di vostra fiducia e fare quel che dovete!"

"Benissimo!"

"Perfetto!"

E così, nell'armonia generale, i Nostri tornano al piano di sopra, raggiungono la sala del trono e si preparano al ritorno. Come per l'andata, Natan fa disporre i compagni attorno al trono, quindi esegue i gesti necessari ad azionare il portale, salvo fare un passetto indietro all'ultimo istante...
 




Nelle Grandi Caverne compaiono dal nulla i tre compagni. Sembrano tali e quali a come erano quando sono partiti, salvo uno che ha ora una enorme ascia che non può più abbandonare, uno con un principio di necrosi alle dita della mano destra che andrà presto peggiorando verso una putrefazione totale e un altro che sta per scoprire di resistere molto poco alla luna piena senza mettersi a quattro zampe (e di fare molta fatica a riprendere la solita forma).

Ma non c'è il mago.
 




Il deva guarda il trono vuoto, poi prende la pietra rossa da una delle sue tasche. L'Occhio ricambia il suo sguardo, promettendogli la vita eterna e la potenza del fuoco. Basta solo passare dal lato malvagio.

Natan scompare tra le tenebre dell'antico castello, chiedendosi quanto farà male togliersi un occhio.

 

FINE DELLA TERZA CAMPAGNA DE

IL MALE ANTICO

 

 

Fan Sfegatato e saggio dice: Sepuku Imperatore

Arsh Pacco