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Il Male antico, episodio III

#3: Non è un paese per biondi

Ripreso fiato dopo la battaglia, il gruppo si accinge ad interrogare il povero coboldo catturato. Questo, tra lacrime e
singhiozzi, confessa di essere stato a capo di una spedizione di esploratori per conto della sua tribù, un gruppo di coboldi insediatisi nelle rovine di una vecchia roccaforte a ovest di Altarupe. Accenna ad un loro "Grande Alleato" e ad un certo Dentediferro, che li avrebbe convinti a preparare un piano per attaccare il villaggio. Degli umani che hanno preso parte al combattimento non sa nulla. Confessa inoltre di essere loro i responsabili della sparizione delle mucche: i bovini servivano infatti a placare la fame dell'ogri.

Presa nota della situazione, i Nostri penetrano nella torre per interrogare anche i tre uomini sopravissuti ma... la torre è vuota. Una sinistra botola si apre sul pavimento e una scaletta porta ad un buio tunnel.

Senza troppi indugi i nostri si lanciano all'inseguimento. I due ranger del gruppo precedono tutti gli altri e odono le voci dei fuggitivi poco più avanti.

Ma l'inseguimento è arduo. Il terreno, dopo un primo tratto in discesa, inizia a salire in modo ripido e i due fuggitivi
abbandonano il corpo esanime del compagno. Una rapida ispezione non rivela nulla di nuovo alla Compagnia, che procede lesta.

Il tunnel, dopo una lunghissima corsa, sbuca in un bosco.
Qui i ranger continuano a seguire le tracce dei due come mastini, e presto uno dei due viene trovato abbandonato contro un albero, ancora vivo ma morente. Gli vengono prestate le prime cure e le prime domande. Sembra che faccia parte di una specie di setta o confraternita che si riunisce nel bosco (che è poi il Boscotomba, nel centro del villaggio e ad un tiro di arco dal palazzo di Markenlhay...) per attività non meglio precisate ma sicuramente sconvenienti.

Ma i due ranger, che ormai fiutano la preda, non perdono tempo con domande e risposte e proseguono, seguiti da un impaziente Kairon (il warlock).

...e arrivano a vedere una strana scena. In una radura ci sono dieci uomini incappucciati, chiusi a cerchio attorno ad altri due, sempre incappucciati, ma vestiti con abiti dagli strani simboli e colori. L'ultimo dei fuggitivi è a terra e sembra stia facendo un confuso rapporto.

Il warlock intuisce che i simboli sono una brutta copia dei ben noti simboli di Orcus, Signore dei Demoni dell'Abisso e dei Morti, spregevole entità superiore. Tuttavia, addosso a quei miserabili ciarlatani, non riescono ad incutere alcun timore.

E così la Compagnia esce allo scoperto. I confratelli, appena capiscono di essere stati scoperti, cercano in tutti i modi di non rivelare le proprie identità, vergognandosi non poco e temendo per la propria reputazione. Diversi sembrano infatti appartenere alla Altarupe Bene, nobilotti o uomini d'affari.

Si arriva ad un compromesso. La confraternita, le cui attività non sono prettamente illegali ma corrono tutte molto al di là del confine della rettitudine morale e del comune senso del pudore, accetta di offrire il loro forziere in cambio del silenzio.

Ma proprio mentre il prode chierico apre il forziere accade qualcosa di spaventoso. Un urlo agghiacciante squarcia l'aria ferma del bosco e, tra la nebbia e gli alberi, i nostri vedono qualcosa di grosso venire loro incontro.

I due sacerdoti si guardano impauriti e blaterano qualcosa, ma non c'è tempo poichè un grande demone dalle sembianze scimmiesche irrompe nella radura e si lancia contro il più vicino dei due sacerdoti, riducendolo con un paio di manate ad una massa sanguinolenta ma ancora viva.

Scoccano le frecce di Thomàs e anche Geov parte all'attacco, ma il demone si rivela formidabile. Con pochi colpi Geov è al tappeto morente, complice anche un suo maldestro movimento che gli provocauna dolorosa lesione al ginocchio. Khursos e la sua alabarda sono sul mostro, Kairon e i suoi formidabili poteri infernali martellano la creatura in uno strano mix con i colpi radiosi del chierico Adrian, mentre le frecce di Thomàs, non sempre benedette da una buona mira, sibilano nell'aria.

Adrian riesce a togliere dall'impaccio di una morte certa Geov che tuttavia fatica a riprendere parte allo scontro. Nel frattempo la bestia si abbatte con tutta la sua ferocia su Khursos e ancor più quando l'alabarda di quest'ultimo gli provoca una profonda ferita.

Ma le difese del draconide sono più efficienti di quelle del ranger e qualcuno dei formidabili colpi viene parato o deviato, quanto basta per permettere al condottiero di restare in piedi e continuare a colpire.

Infine, sotto la pioggia di maledizioni del warlock e divine punizioni del chierico, coperto dalle asticelle delle frecce di Thomàs e trafitto più volte dall'alabarda di Khursos il mostro cede e crolla con fragore.

Presa la sua testa (e il tesoro nel forziere) il gruppo torna da lord Markenlhay e fa rapporto.

Qui trovano un anziano mago del villaggio, Nimrozan il Verde.
Questi è un vecchio consigliere del lord e i due, dopo aver ascoltato il racconto degli eroi, esprimono i loro timori circa la presenza dei coboldi e di quello che sta alle loro spalle.

Dentediferro è una vecchia conoscenza. Si tratta di un goblin delle colline sopra Dolce Inverno, astuto e malvagio, a capo di un'orda di goblinoidi e alle dipendenze da qualche tempo di un certo Kalariel, un chierico oscuro.

Il fatto che Dentediferro, e quindi Kalariel, sia in combutta con i coboldi è preoccupante. Inoltre i coboldi, secondo le deduzioni di Nimrozan, potrebbero essere aiutati/guidati/schiavi di un drago che potrebbe risiedere proprio nel loro palazzo.

In breve, Lord Markenlhay affida agli intrepidi eroi la missione di recarsi al palazzo dei coboldi e scatenare l'inferno.

Nimrozan, molto più semplicemente, offre una sostanziosa ricompensa per informazioni circa la presenza del drago.

Tutti accettano di buon grado. Solo Thomàs appare pensieroso. Ma non è il pericolo a turbarlo, bensì la sua coscienza. Chiederà poi di parlare in privato con il lord e offrirà la sua parte di ricompensa in favore di una richiesta molto particolare. Lord Markenlhay, colpito da un simile volere, darà la sua parola come impegno. Ma questa, per ora, è un'altra storia...

Demoni, draghi, chierici oscuri... il mistero si infittisce e i nostri, prima di accettare, sono per un istante sopresi dal
pensiero comune che, forse, si stanno cacciando in guai più grossi di loro.