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Il Male antico, episodio III

#27: Geov l'Impalatore

Scende la sera nel rifugio dei ribelli. Dopo una giornata di duro lavoro tra i malati e i feriti è tempo di una seconda riunione con Dren. Il comandante dei ranger chiede ai Nostri se hanno intenzione di mantenere la linea scelta quella mattina, ovvero recarsi alla Guglia Tonante e far luce sull'assembramento degli orchi e sul misterioso Generale drow.

La risposta è affermativa. Non solo, accompagneranno anche Tesla, la ranger offertasi volontaria, all'avamposto, in modo da costituire un cordone tra Altarupe e i ribelli.

Così deciso, è tempo di far passare la nottata come solo un gruppo di giovani ranger braccati, feriti e affamati sanno fare: divertendosi di brutto. Partono allegre canzoni accompagnate da un flauto, qualcuno danza e si odono addirittura canzoni appena composte sul valore di Tei Thomàs e sulla forza di Tei Geov, le cui gesta nel bosco contro gli hobgoblin sono già diventate leggenda.

Quando poi Adrian, per partecipare alla festa, crea il cibo dalla sua borsa magica, l'entusiasmo arriva alle stelle e i Nostri vengono acclamati come i Salvatori.

Ma la notte dura ben poco, e la fredda mattina porta con sè la partenza.

Tesla ha raggruppato sette ranger e una quindicina di popolani da portare all'avamposto. Con lei viene anche un ragazzino, Iarwin, dimostratosi molto interessato ed affascinato dall'operato di Adrian con i feriti e dalle storie su Pelor. Tesla appare in un primo momento contraria, ma infine accetta.

Il viaggio è tranquillo e in poco più di mezza giornata il convoglio raggiunge l'avamposto. Qui Khursos si accerta che tutto sia a posto e parla con gli uomini, sgridandoli per una leggerezza: la sera prima uno di loro è uscito da solo e, notando qualcosa vicino ad un gruppo di alberi, ha scagliato una freccia, già pronto a festeggiare con i compagni e un buon arrosto di cinghiale. Ma il bersaglio è stato agile e si è allontanato in fretta, troppo in fretta per un cinghiale.

Spaventato, il soldato a quel punto è tornato all'accampamento. Thomàs va a vedere sul luogo e trova la freccia conficcata nel terreno. Lì vicino le tracce ancora fresche di qualcosa di pesante, e orme come quelle di un grosso topo.

Tornato al villaggio, il ranger riferisce quanto scoperto. La paura per il ritorno dei mannari serpeggia tra i soldati, ma ci pensa Tesla a farli reagire:

"Se torneranno, avranno modo di saggiare la mira dei miei ranger"

"Ben detto" dice Geov, finalmente felice di udire parole virili, anche se dette da una donna. Tesla sembra accettare più che volentieri il complimento.

Quella sera all'accampamento è festa. I nuovi coloni hanno preso possesso delle abitazioni e dei piccoli orti, i soldati e i ranger iniziano a fare amicizia, e qualcuno tira fuori il flauto. Musica. Khursos, per fare morale alla truppa, si esibisce in qualche goffa ma affascinante danza draconide. Battiti di mani. Anche un po' di birra. Adrian e Thomàs si sfidano ad una gara di mira, uno con la balestra, l'altro con l'arco. Girano scommesse a base di strisce di carne essiccata e frutti.

Poco distante, appena fuori dal frastuono delle voci e dalla luce del falò, Geov si gode la scena e il fresco della sera. Ma sente qualcuno muoversi furtivo alle sue spalle. Girandosi di scatto, sorprende Tesla. Non indossa più il rigido corpetto di cuoio.

"Non è facile sorprendere un ranger, vedo" dice lei, ammiccante. I due scambiano qualche parola, lui mantenendo una distanza imbarazzata, lei affondando con complimenti al limite dell'adulazione. Alla fine, quando Geov intuisce dove vuole arrivare, si frappone fra loro un molesto Khursos.

"Dai, venite a ballare!"

"No, guarda, grazie, ma adesso noi..."

"Dai!!!"

"Io e il tuo compagno Geov andremo a fare un giro di guardia attorno al villaggio. Continuate pure la vostra festa" dice Tesla al draconide.

"Vengo anche io allora" si propone Khursos.

"Ehm, Tesla, vuoi aspettare un attimo? Scambio due parole con il mio compagno" dice Geov, portando il draconide un po' in disparte. "Ma che cazzo fai?!?!!! Levati dalle palle!".

"Lei dovrebbe venire con me! Ho molto più carisma di te!" attacca Khursos, che fin da subito aveva messo gli occhi sulla ranger.

"Ma tu sei verde e a squame! Cerca di capirlo!"

"E a te manca mezzo naso!"

Ma alla fine Geov l'ha vinta e Khursos accetta di tornarsene nella festa, dove, in preda forse ad una crisi di gelosia comprendente salivazione azzerata, manie di persecuzione e miraggi, propone la propria testa come poggia-mela per la gara di tiro tra Adrian e Thomàs.

Qualcuno tra i soldati, qualche ora dopo, dirà di aver visto il comandante Geov e la ranger entrare nella torre diroccata...

Il mattino dopo il Gruppo, con un Geov stranamente in ritardo, è pronto per partire alla volta della Guglia Tonante. La partenza, come la volta precedente, è accompagnata dalle ovazioni di chi rimane.

Il viaggio fino alle rovine dell'antica città dei minorauri è rapido e sereno. Una volta abbandonata la strada, i ranger trovano molte tracce di hobgoblin, orchi e perfino di carri. Sembra che il traffico provenga da sud e si diriga proprio alle rovine. Vedono inoltre i fumi sottili di almeno tre fuochi da campo, a circa un kilometro di distanza, nel cerchio esterno delle rovine. Secondo il racconto di Jani, quello dovrebbe essere l'accampamento degli hobgoblin.

Attendono la notte tra qualche albero, notando durante il giorno gli spostamenti di piccoli gruppi di umanoidi nei pressi del luogo identificato come l'accampamento hobgoblin, ma nulla più. Nessun carro.

Passata la mezzanotte, decidono di entrare in azione. Evitando gli hobgoblin, girano attorno alla grande città in rovina e vi entrano da sud. I grandi edifici in pietra giacciono distrutti e qua e là antiche statue di minotauri in fiere pose guerresche parlano ancora della gloria di un impero ormai scomparso.

I Nostri arrivano alla cinta interna delle mura e la superano senza notare anima viva. Tutto è silenzio. Giungono ad una piazza, sulla quale si affaccia la scalinata in pietra di quello che sembra un grande tempio dei tempi antichi. Tutto combacia con il racconto di Jani: qui è dove dovevano esserci gli orchi. Solo che ora non c'è nessuno. Thomàs trova molti oggetti a terra: elmi rotti, resti di cibo, stivali degli orchi consumati e inutilizzabili.

Geov tende l'orecchio, si guarda attorno, ma c'è solo il silenzio. Dubbioso, indica comunque l'apertura buia del tempio, in cima alla scalinata. Ivi giunti, Khursos sbircia dentro, ma non vede nulla a parte grandi colonne di pietra. Geov ha sempre più l'impressione di trovarsi all'interno di una tomba. Una sensazione poco piacevole.

Il Gruppo è nervoso e discute sul da farsi. Alla fine, non troppo convinti, decidono di entrare nel tempio e fare un po' di luce.

Ma quando la torcia viene accesa, dal fondo della grande sala di pietra echeggia l'urlo stridulo di una creatura. Qualcosa inizia a correre nel buio verso i Nostri, le urla si moltiplicano, le figure nel buio diventano due, quattro e infine sei.

E poi li vedono. Sei grimlock, grossi umanoidi privi di occhi, dalla pelle grigiastra e dai folti capelli scuri, ispidi. Brutali combattenti, assassini, mangiatori di carne umana, creature del sottosuolo. Esseri spesso usati dagli abitanti più intelligenti di quelle oscure regioni come guardiani.

La corsa delle creature si arresta contro il muro d'acciaio eretto da Khursos e Geov, mentre dalle retrovie Thomàs e Adrian sparano frecce e fiamme.

Alcuni grimlock cadono, ma quasi tutti colpiscono ogni volta, e le loro asce bipenni fanno molto male. Uno di loro, più grosso, raggiunge Geov con colpi micidiali. Geov ne uccide subito due poi si occupa di lui. Adrian è costretto a mettere fondo alle sue cure e rinunciare a qualche attacco per sostenere il ranger in difficoltà. Ogni volta che l'ascia ferisce seriamente Geov, il grimlock sembra aumentare la sua carica brutale.

Ma anche Geov riesce a fare male. Con un paio di colpi ben assestati porta la creatura a sanguinare. Nel frattempo anche Khursos si libera dei suoi assalitori e giunge a dare man forte al compagno. Ma il grimlock appare estremamente agile oltre che potente. Le frecce di Thomàs e le fiammate di Adrian faticano a trovare il varco giusto nella guardia nemica, e Khursos, a seguito di una manovra maldestra, finise con l'amputarsi una falange dalla mano destra, riducendo il suo contributo alla battaglia.

Frattanto Geov continua a ricevere colpi micidiali, ma la fine è vicina. Un ennesimo paio di attacchi devastanti del ranger costringono il grosso grimlock ad abbandonarsi sulla sua lama e scivolare a terra con un rantolo.