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Il Male antico, episodio III

#28: Il Pozzo

Thomàs perlustra la grande sala del tempio e trova una larga apertura che porta a scale che scendono. Il gruppo intraprende la discesa per giungere poco dopo ad un incrocio a T: sia destra che a sinistra altre scale scendono sempre più nell'oscurità. Si sceglie la via a destra.

Il largo corridoio a cui mena la scalinata presenta quattro aperture, due per lato, più una pesante porta al suo termine. Geov sbircia nelle quattro aperture: dovevano essere porte un tempo. Danno su quattro stanze, simili tra loro, prive di mobilio fatta eccezione per grossi blocchi di pietra dal non chiaro scopo.

Frattanto Thomàs sente dei grugniti da dietro la porta alla fine del corridoio. Il solito piano viene messo in atto: Adrian a bussare, Geov davanti e di dietro tutti quanti, nascosti dentro le stanze laterali.

Mentre i compagni si appostano, Adrian sente una voce femminile dentro la stanza: sembra imbavagliata e lamentosa.

Adrian bussa, e in risposta arriva il grugnito standard. Adrian interpreta come un "chi è?" e risponde educatamente "sono Adrian".

La porta viene aperta e un poco socievole grimlock solleva la sua ascia verso il chierico che, lesto, si volta e inizia a scappare lungo il corridoio. Il grimlock avverte lo spostamento d'aria e mena con la sua ascia, ma il suo colpo è maldestro e va a schiantarsi sul pavimento. Ma altri tre grimlock lo superano e si lanciano all'inseguimento.

Geov, dal suo nascondiglio, ne vede passare uno e cerca di colpirlo, ma lo manca. Quindi prende di mira il secondo, che muore sul colpo senza sapere cosa l'ha colpito, mentre il terzo viene mancato e si ferma a fronteggiare il ranger.

Khursos, che considera vinto il combattimento nel corridoio, si fionda nella stanza a liberare la pulzella, ma scopre che dentro ci sono altri quattro grimlock. Il draconide si ritira in fondo alla stanza e sputa il suo veleno, senza successo.

I quattro grimlock avanzano e vanno a colpire duramente il condottiero. Frattanto Geov e gli altri terminano il lavoro nel corridoio e giungono a liberare la ragazza, che mostra grande, e forse mal riposta, riconoscenza.

Khursos vede Geov slegare la ragazza e cade preda di una crisi di gelosia: si becca altri due dolorosi colpi e tenta di sgusciare via dal nemico per raggiungere il ranger. Sfortunatamente Adrian, annoiato, decide proprio in quel momento di fare la sua prima mossa di attacco. Il suo incantesimo però, forse per la poca convinzione, riesce un po' storto e va a colpire Khursos. Il draconide è nero di rabbia e abbandona il suo avversario (che gli rifila un colpo d'ascia alle spalle) e, sanguinante e dolorante, corre verso Adrian, gli da un pugno, devia verso Geov e lo spinge via dalla ragazza che, impaurita dall'irruenza e dall'aspetto del draconide, urla di terrore (qualcuno poi finirà il povero grimlock rimasto solo).

La ragazza, una volta liberata e ripresasi dallo shock, rivela di essere Afia figlia di Yucho.

"Avete già liberato mio padre Yucho, vero?" chiede speranzosa.

"Chi?"

"Ma come, non avete sconfitto gli hobgoblin?"

"Ehm, no, signorina... li abbiamo accuratamente evitati passando larghi ed entrando da sud"

"Ma che aspettate allora!? Su, andiamo, la mia gente è prigioniera, verranno portati via! Presto! Presto!"

"Signorina Fia, si calmi!" tentano con le buone Thomàs e Adrian, ma Afia non si calma.

"Insomma donna, silenzio!" interviene Geov, "Siamo qui per una missione, cioè sconfiggere il drow, ed è quello che faremo!"

"Nooo!!!!" la ragazza crolla in un pianto disperato. "No! Lui vi ucciderà! Liberate prima i miei compagni! Siamo stati catturati con la presa di Rivarossa, due giorni fa, e portati qui dagli orchi che ci hanno consegnati agli hobgoblin! Ci venderanno come schiavi lontano da qui! Io sono stata portata qui perchè hanno visto che sapevo usare la magia. Credo che il drow voglia vedermi! Con lui c'è un demone! Morirete se lo affronterete ora!"

"Macchè morire!"

"Se dovessimo morire ogni volta che una donna ce lo dice, ciao!" sbotta un altezzoso Geov.

"Ma siete feriti e stanchi!" li implora lei.

"Macchè feriti! Macchè stanchi!"

"Beh, un po' stanchi lo siamo... io non ho più cure" ammette Adrian.

"Ho visto le frecce rimbalzare sulla sua corazza! ..."

"Ohi però..." dice Thomàs.

"... le spade non scalfirlo neppure!"

"Yikes!..." dice Khursos.

"Dannazione! Io me ne vado!" sbotta Geov, e scompare su per le scale.

Dopo un po' ritorna e trova Khursos e Adrian convinti a tornare indietro e liberare gli uomini di Rivarossa, se ancora lì.

"E' quello che vorrebbe Dren" dice Khursos.

"Non possiamo lasciare al loro destino quella gente, siamo qui per liberare i popoli della valle" dice Adrian.

"Siamo qui per uccidere il drow!" sostiene invece Geov.

La decisione è difficile. Thomàs non sa bene da che parte stare, ed è l'emblema del Gruppo.

"Ci sono scale che scendono di là. Ho dato un'occhiata... siamo ad un passo dal drow! Non possiamo andarcene ora!" insiste Geov.

"Siete ad un passo dalla morte!" dice invece Afia.

"Cosa c'è di là?" chiede infine Khursos.

"Niente... le scale che portano giù"

"E basta? Solo scale?"

"Si,... e tre stanze, ma non c'è niente"

"Niente?"

"Ma sì... polvere, qualche coccio e un pozzo"

"Un pozzo?" chiede Khursos.

"Sì, un pozzo. E allora?"

"E non potevi dirlo prima? Andiamo!"

"Ma come? I popoli della valle, tutte ste menate, e poi ti decidi perchè ti dico che c'è un pozzo?" chiede un esterefatto Geov. Ma il condottiero è già avanti e sguinzaglia Thomàs alla ricerca di tracce. Nelle stanze vuote, che sembrano essere state librerie, Thomàs trova tracce di zoccoli fessi: ordinate, metodiche, leggere... girano attorno al perimetro della stanza.

"Non c'è niente, eh?" dice sarcastico il draconide. Geov fa spallucce e, dall'imboccatura delle scale, attende paziente.

Ma non è ancora finita. Nella stanza del pozzo Thomàs trova una finta pietra. La preme e una serratura scatta. La finta pietra è il coperchio di una scatola incastonata nella parete. Dentro, una leva.

"Niente, eh?"

Thomàs tira la leva. Dal fondo del pozzo, asciutto, si ode qualcosa strisciare e un meccanismo scattare.

A quel punto, prima che Khursos lo sbeffeggi ancora, Geov si offre volontario per calarsi con una corda e vedere. In fondo al pozzo non c'è nulla. Geov cerca e le ricerche, dopo qualche tentativo, sono fruttuose: un altra porta segreta e, al di là, una scaletta di metallo che scende.

Thomàs scende a sua volta a controllare.

"Bene, ne prendiamo atto. Torniamo su adesso" dice al compagno.

"Ma come? Diamo un'occhiata almeno, no?" lo tenta Geov.

"Mmmm... va bene..."

"Scendiamo un attimo a dare un'occhiata!" avvertono, e si calano giù per la scaletta.

I compagni, di sopra, attenderanno senza vederli più risalire.