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Il Male antico, episodio III

#34: Il draconide s'incazza

 

Il Gruppo torna, esausto, da Zimmerman e soci che attendono fuori del villaggio.

"Che è successo?" chiede il guerriero, vedendoli arrivare feriti e sanguinanti. Geov è trasportato su una barella improvvisata. Chi ha ancora fiato per parlare spiega all'umano come sono andate le cose e informa che c'è il netto bisogno di un buon riposo prima di continuare l'esplorazione.

"Sarà quindi prudente fare un piccolo campo qui, in attesa" suggerisce Zimmerman, e così viene fatto.

La giornata passa con i lavori per preparare il campo. Geov, che nel frattempo se ne sta buono buono a riposare, crede di scorgere, nel doloroso dormiveglia, tre tizi che gli girano intorno con fare sospetto.

"Ehi voi!" riesce a dire in una di queste occasioni. I tre tizi si allontanano, ma uno si volta e Geov riconosce il volto di uno dei suoi uomini durante la battaglia... uno di quelli morti. Stanco e addolorato, non commenta questa visione e si riaddormenta.

Il mattino dopo si è tutti di nuovo freschi e arzilli come solo i prodigi della IV edizione possono garantire. Geov si avvia saltellando verso il villaggio assieme ai compagni.


"Rimane la torre" dice Khursos con fare truce. E proprio lì si va.

La porta è chiusa, ma la chiave dell'orco la apre. Il pian terreno è pieno di sacchi di granaglie e altra merce, ma nulla di interessante. Si prendono le scale per il piano superiore.

Qui il soffitto è molto alto, nascosto da pesanti travi. Una rampa di scalette di legno porta ad un soppalco, quattro metri sopra, che occupa metà dello spazio disponibile. La stanza contiene un giaciglio raffinato ma in netto contrasto con l'evidenza del fatto che un orco abitava qui. Thomàs cerca tracce e trova anche segni di un piccolo piede leggero, forse calzante uno stivale di cuoio.

"Potrebbe essere del drow" suggerisce. Poi, incuriosito, sale la scaletta fino al soppalco, dove trova uno scrittoio con l'immancabile cassetto chiuso. Scassinare, fallimento, trappola, veleno. Il copione si svolge come di consueto, ma questa volta accade qualcosa di imprevisto: dalle travi del soffitto, aizzati dal lamento di Thomàs, piombano sul ranger un gran numero di piccoli volatili glabri dal becco lungo: uccelli stigei! E un'intero sciame!

Thomàs se ne sente subito addosso a decine, i loro astuti becchi a succhiargli il sangue. Senza pensarci due volte si getta giù dal soppalco. Quando atterra è già pesantemente ferito.

Khursos vola sul soppalco, soffia il suo veleno, getta un'occhiata, individua il cassetto aperto ma non ancora esplorato e si getta all'interno dello sciame per raggiungerlo, ignorando becchi e punture.

Frattanto da giù vengono fatti timidi tentativi di attacco, ma senza troppo successo.


Khursos raggiunge il cassetto e vi trova una lettera ricoperta di strani caratteri a lui ignoti e una mappa che sembra riprodurre la valle... arricchita di annotazioni inquietanti.

Il draconide attacca con vigore lo sciame, ma si rende conto che la sua arma poco può contro una tale minaccia, così come le armi dei suoi compagni.

Assicuratosi che non c'è più nulla di importante, Khursos si getta giù dalle scale in una strategica ritirata.

"Via via via!" urla il condottiero, ferito e sanguinante, stringendo le carte nelle mani artigliate.

Ma Geov non ci sta a mollare un combattimento. Lo sciame scende giù, seguendo Khursos, e Geov ci si avventa contro. Anche Thomàs, suo malgrado, ci si trova nuovamente immerso, e nuovamente i becchi maligni trovano la sua carne.

"Via via via!" continua a dire Khursos, che è ormai già al piano di sotto, sicuri che i compagni lo seguano. Adrian passa attraverso gli uccelli, ne viene ferito, ma procede e raggiunge il condottiero.

"Che succede?" chiede.

"Dobbiamo andarcene! E in fretta! Altarupe è in pericolo!" dice il condottiero, mostrando con enfasi la mappa. "Ma dove sono gli altri?"

Gli altri sono ancora di sopra. Geov sfodera uno dei suoi migliori attacchi ma l'effetto non è quello sperato. Thomàs è allo stremo: tenta anche con una torcia ma non ha effetto.

"Ma non hanno speranza! Non si rendono conto che non abbiamo le armi giuste per sconfiggerli?" urla Khursos, esasperato. Adrian fa spallucce. In quel momento vedono comparire Thomàs, sanguinante.

"Geov è ancora di sopra" dice.

"Ma perchè non viene giù?!?" chiede il condottiero.

"Geov non fugge"

"Ma che coglione! Questa volta chi si aspetta che lo salvi? Chi andrà a curarlo?"

"Torno ad aiutarlo" dice Thomàs, tornando di sopra seguito dalle bestemmie del draconide.

La battaglia è impari. Gli uccelli succhiasangue hanno ormai reso Geov uno straccio e Thomàs, già in deficit, cerca di convincere il compagno.

"Dobbiamo fuggire!"

"E come? Se smetto di combattere mi mangiano!"

"Eppure dobbiamo! Dai, puoi farcela,... corri!"

"Mai!"

"GEOV! Vieni via!" urla disperato Thomàs. Geov viene colpito da una nuova ondata. Sente le forze venirgli meno. Il suo braccio continua a colpire ma fende più aria che nemici. Alla fine si convince. Con un colpo di reni si getta giù dalle scale e, per fortuna, gli uccelli non lo seguono.

Tornati all'aria aperta si avverte subito la tensione tra il condottiero e il ranger.

"Avevo dato un ordine!" sbotta il condottiero.

"Ma chi li segue i tuoi ordini? E poi grazie per esservene andati tutti, stavo per morire là sopra!"

"Non ci dovevi restare là sopra! Se dico di fuggire bisogna fuggire!"

"Ma tu fuggi sempre! Come con la lumaca!" (Il balhannoth, NdDM)

"Ma che cazzo dici? Con la lumaca io sono uscito perchè ci stava massacrando! Sono rientrato e sono riuscito a curarti, coglione! Che se non era per me eri già morto!"

"Non è vero!"

"Beh, un po' vero lo è ..." si intromette Adrian.

"Avevo ottimi motivi per chiamare la ritirata! E tu dovevi ascoltarmi, non fare sempre di testa tua! La prossima volta col cazzo che ti salvo!"

"Non mi serve che tu mi salvi!"

"Ah si?!?"

"Sì!"

"Bene!"

"Bene!"

"Su, su, compagni..." tentano di mediare Thomàs e Adrian, ma il divario è ormai aperto. Si torna all'accampamento in un silenzio imbarazzante.

"Come è andata ragazzi?" chiede Dren quando li vede.

"Ma vaffanculo!" sbotta il draconide e tira dritto.

"Bene, bene... abbiamo trovato queste cose... temiamo che Altarupe sia spacciata" si affrettano a spiegare Thomàs e Adrian, "vedi? qui ci sono delle frecce e sembrano puntare su Altarupe... vedi? Qui e qui. Sono sicuramente spostamenti di truppe, questo è il drow, vedi? Quello che abbiamo incontrato alla Guglia, e questo che passa da nord è l'altro drow, che abbiamo sconfitto nel bosco, quel Chikiri-qualcosa, e insieme puntano su Altarupe! E' spacciata!"

"Scusa", si intromette Zimmerman, "questo dici è il drow che avete sconfitto alla Guglia?" chiede indicando sulla mappa.

"Sì" dice sconsolato Adrian.

"E questo quello che avete ucciso nel bosco?"

"Sì! Sì! Dobbiamo fare presto! Stanno andando su Altarupe, se non ci sono già arrivati! La mappa parla chiaro! Ci sono le freccine!"

Zimmerman e Dren si guardano, mentre gli altri tre compagni iniziano ad intuire che, forse, qualcosa nel loro ragionamento non quadra.

"Adrian" tenta Thomàs, con voce dolce, "credo che non ci arriveranno mai ad Altarupe... li abbiamo uccisi"

 


Khursos mentre riprende Geov

DM dice:

mi fanno notare che Geov, alla visione dei tre uomini morti, versa qualche lacrima in silenzio. Questa è una data importante per i seguaci del Culto di Geov: la trasfigurazione della natura umana nel Geov incarnato, avvenuta, come secondo le scritture, "dopo che Geov sarà caduto per la terza volta". Si tramanda che, in quell'episodio, Geov stesse riposando in un piccolo orto di ulivi, ma le Cronache ufficiali non lo riportano.