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Il Male antico, episodio I

#13: Zanna Rotta

Dove gli eroi sconfiggono lo stregone Dyson e si incamminano verso il nido del Drago Verde, trovandolo vuoto. L'inseguimento li porterà però sulle tracce della banda di Zanna Rotta, il terribile capo orco...

Il Cuckoo, Bardo di Ossington

 

E la lotta continua.
Il malvagio Dyson lancia l'incanto Ragnatela, rendendo impossibili i movimenti a Ioram ed impedendo l'ingresso nella torre, subito dopo pare scomparire nel nulla. Telonius, avendo assistito alla scena, prepara un dardo e rimane in attesa di un qualsiasi segnale in grado di identificare la presenza del nemico. Nel frattempo Valigar continua la sua lotta con la guerriera e il mezzorco, forte di un'altra pozione, riprende conoscenza, pronto a rientrare nella mischia.


 

Ma le attenzioni dell'illusionista, che credeva il nemico invisibile, sono rivolte nella direzione sbagliata: è verso l'alto che dovrebbe guardare, poiché lo stregone, dopo una Porta Dimensionale, giunse in cima alla torre, da dove lanciò un tremendo raggio di indebolimento ai danni del paladino Valigar, che sentiva la sua forza prosciugarsi. Zaarisch il mezzorco barbaro negromante corse quindi in aiuto del paladino (strana coppia...) lanciando un Dardo incantato, troppo debole per ingaggiare un combattimento. Ma Telonius finalmente aveva visto il terribile Dyson e, con il dardo precedentemente preparato, lo aveva colpito, facendolo cadere e scomparire alla vista.


 

Non pago ed impossibilitato dagli effetti della Ragnatela si faceva un Movimenti del Ragno e andava a controllare di persona nella stanza in cima alla torre, dove il corpo esanime dello stregone giaceva scomposto. Frattanto la guerriera tra i colpi del paladino, quelli del cavallo del paladino e i dardi del mezzorco cadeva sconfitta e Ioram, ancora intrappolato nelle ragnatele, falliva tiro su tiro nel tentativo di liberarsi.


Un'accurata perlustrazione della torre e dei cadaveri portava alla luce diversi gingilli che subito scomparivano nelle tasche dei nostri, mentre del misterioso bardo non rimaneva traccia alcuna. Spinti dagli occhi inferociti della folla gli Eroi lasciavano la misera Ossington, diretti dagli elfi.


Qui venivano accolti con favore e, dopo una breve sosta, andavano a donare degna sepoltura ai resti mortali del cavaliere, in vita paladino di Pelor, concludendo in tal modo la loro avventura in quei luoghi e il loro da fare con le Pietre. Rimaneva il motivo principale del loro viaggio: il drago e le sue uova. Fatte le dovute provviste dagli elfi, gli impavidi partivano in direzione del picco del drago...


Dopo quattro giorni e un attacco notturno di un branco di worg finalmente giungevano alla roccia indicata dagli elfi. La scalata si sarebbe rivelata molto difficile (e così fu per monaco e mezzorco, che salirono scalando e rischiando più volte la vita) ma ancora una volta i movimenti da ragno di Telonius (le cui arti crescevano in continuazione) risparmiavano cadute e ferite a lui e al paladino ricoperto di metallo.


Giunti ad un passo dalla meta i nostri si fermavano, si pompavano con pergamene e protezioni, facevano piani, infine salivano per affrontare... nessuno. Non vi era traccia né di draghi né di uova, a parte un odore quasi insopportabile di cloro. Che lì vi avessero vissuto fino a poche ore prima dei draghi era innegabile: ancora il loro terrore aleggiava nell'aria, ma al momento non ce ne era nemmeno uno.


Cercando indizi il monaco si accorgeva di chiodi da roccia piantati sul fianco del picco in direzione sud: molti chiodi. Scesero e constatarono che molta gente era stata lì poco tempo prima, che era salita e che, probabilmente, aveva rubato le uova prima di loro.


Colmi di disappunto i nostri si lanciavano all'inseguimento nella boscaglia e, saltando perfino un riposo notturno raggiungevano, sul farsi dell'alba, uno strano accampamento. Alcuni Ogre montavano la guardia all'imboccatura enorme di una caverna, mentre diverse tende di pelli sorgevano ai lati. Figure di orchi si intravedevano qua e la, mentre il simbolo di una zanna spezzata, probabilmente l'icona della banda, campeggiava un po' ovunque.


Mentre Telonius intesseva i soliti fantasiosi piani Zaarisch il mezzorco si avviava bel bello verso i suoi simili, sperando di buggerarli con la storia dell'orco altruista che, vista la sua tribù distrutta da un gruppo di avventurieri, andava ad avvisarli del pericolo per farsi portare dal loro capo. Con un bassissimo tiro in Raggirare e un altissimo tiro in Percepire Inganni da parte degli orchi, il nostro veniva preso e portato dentro la caverna dove avrebbe sì visto il loro capo... probabilmente come ultima cosa.


Era il momento dell'azione. Un drago verde planò su tutto l'accampamento, gettando il panico sia tra gli ogre sia tra gli orchi: lasciando stare il mezzorco tutti presero a fuggire. Anche Zaarisch fuggì dentro la cava, ma aveva capito che il drago altro non era che una delle illusioni di Telonius. Si infilò in un ampio tunnel evitato dagli altri fuggitivi e, pensando "Io me la squaglio, babbei", si incamminava all'interno dell'antro. Presto però le sue gambe vacillarono e il suo coraggio venne meno quando vide l'occupante dell'enorme caverna.


Intanto una palla di fuoco nella mischia aveva fatto il suo dovere e paladino, cavallo, monaco e illusionista stavano sistemando il resto della feccia all'esterno, quando uno spaventoso boato provenne dalla caverna: qualcosa di GROSSO aveva lanciato il suo grido, facendolo echeggiare per tutta la radura... qualcosa che ora stava caricando il povero mezzorco.