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Il Male antico, episodio I

#15: Imboscata!

Dove gli eroi rientrano in Camiden scoprendo di essere stati smascherati dalla Gilda dei Ladri e, accettando una finta missione riparatrice, cadono nell'imboscata tesa per eliminarli...

Jamis, Bardo di Camiden

 

Volgeva ormai la sera quando i Nostri fecero rientro nella bella Camiden. Dopo tanto viaggiare si tornava a casa. Il loro carico suscitò tosto le attenzioni di quanti li videro: la testa del drago sconfitto facea bella mostra di sé e l'uovo, pur sotto una coperta, attirò sì molti sguardi.


 

Valigar si diresse come prima cosa dallo zio Angardel, rincuorando il vecchio paladino col suo ritorno. Telonius e gli altri portavano invece l'uovo a Hjeldin e ne ricevevano, come d'accordo, la tunica delle Stelle per Querariel, oltre ad alcune inquietanti informazioni: durante la loro assenza gli stregoni rossi della gilda avevano già lasciato la città, diretti verso mete sconosciute.

 


Ai nostri non rimaneva che andare alla solita "Al Fischio" per passare la nottata. Qui, a tavola per la cena, venivano avvicinati da Shaana, l'elfa sudata della gilda, che allegramente li informava di aver spifferato tutto a Deteni circa il loro doppio gioco, per vendicarsi delle mancate attenzioni amorose del paladino Valigar durante il loro precedente incontro. Shaana avvertì quindi gli eroi che una taglia sulla loro testa era stata tolta da pochissimo tempo, poiché Deteni aveva improvvisamente cambiato idea: gli avrebbe risparmiato la vita se loro avessero fatto per lui un ultimo, gratuito, favore. L'indomani si sarebbero dovuti recare dal capo della Gilda per discutere la cosa.


Il mattino dopo giunge presto, e con esso devono affrettarsi anche le decisioni del gruppo. I Nostri decidono di concedersi ancora qualche tempo per riflettere, e nel frattempo di fare una capatina al mercato a smerciare parte dei beni conquistati durante il viaggio. Al termine delle sempre epiche compravendite decisero finalmente di accettare l'"invito" di Deteni.


Giunti al cospetto del capo della Gilda venivano freddamente informati dell'intenzione della gilda di radiarli dall'ordine, cosa che normalmente avrebbe comportato la morte. Tuttavia Deteni ha un potente nemico nella classe politica della città: uno che, con la scusa della legalità, vorrebbe eliminare le leggi a tutela dell'esistenza della Gilda per soppiantare l'organizzazione in favore, segretamente, di una sua milizia criminale personale. Alla richiesta del nome di costui Deteni pronunzierà quello di Teinon, già vecchia conoscenza di Ioram. Si trattava infatti dello stesso uomo che aveva commissionato l'assassinio del suo maestro per il furto della cintura.


Carico di odio represso il mezzelfo accettava. Sicuro di trovare un tesoro almeno dentro la casa di questo Teinon, anche Telonius accettava. Lieto di menare le mani e di uscire con qualunque compromesso dalle fila della Gilda (di cui non aveva mai amato far parte) anche Zaarisch accettava. Gli sguardi caddero su Valigar, il paladino. Egli non poteva accettare. Con un secco "No" si chiamò fuori dalla cosa, saldo come un difensore nanico ben piantato.


Ci volle circa un'ora di trattative (di gioco effettivo) per convincerlo, trovando altri motivi per partecipare alla cosa che non implicassero un omicidio. Infine fu solo la parola dello zio, chiamato in consiglio dai compagni del paladino, a vincere le sue remore. Egli spiegò che Teinon era un individuo malvagio e corrotto e che aveva gettato la corruzione all'interno della classe politica di Camiden, divenendo di fatto un intoccabile dalla legge. Era la mela marcia che avrebbe portato l'infezione nella città, e non vi era nulla che la città potesse fare per estirparla. Lasciò intendere che, se per qualche motivo, Teinon fosse scomparso, di certo nessuno lo avrebbe pianto tra gli uomini di buona volontà... e certo i paladini non avrebbero scatenato la caccia all'uomo. Compromessi che, alla sua età, aveva imparato suo malgrado ad accettare.


In disparte, tuttavia, egli disse al nipote di non aver mai sentito parlare di questa iniziativa di Teinon riguardo la gilda, che anzi era risaputo essere in buoni rapporti con Deteni, e ammonì il paladino a prestare attenzione.


La missione prevedeva l'intrusione nottetempo nella ricca villa del politico e la sua... eliminazione dalla scena. Deteni aveva informato i Nostri di non prendere la cosa sottogamba, poiché Teinon era molto forte ed esperto in più di un'arte.


I nostri entrarono, aiutati da uno scassinatore della Gilda che subito si levò di torno. La casa era silenziosa e scura, la servitù assente come da specifiche. Forse un campanello d'allarme avrebbe dovuto suonare nei cervelli dei nostri che tuttavia continuarono, giungendo grazie alle doti sensitive del paladino davanti la porta della stanza di Teinon.


Spalancandola, decisi a non entrare come tagliagole, Ioram urlò il suo affronto, rivendicando la testa dell'assassino del suo maestro, ma la stanza appariva buia e vuota. Solo dietro un paravento sembrava provenire la luce flebile di una candela.


Il mezzorco non si fece attendere: con un calcio gettò tutto all'aria, rivelando un uomo seduto ad uno scrittoio, intento a scrivere, per nulla disturbato dal loro ingresso. Scriveva, si fermava, scriveva, si fermava, scriveva, si fermava senza mai produrre alcun suono... troppo tardi compresero l'illusione: tredici frecce già erano partite verso loro da tutti i lati della stanza, colpendo il paladino e il mezzorco, e tredici arcieri invisibili erano apparsi. Imboscata!


La battaglia ebbe inizio, ma dalla porta entrarono anche altri dieci combattenti armati di spade, mettendo alle strette i Nostri. Lottando come dei lupi ed utilizzando le loro arti riuscirono infine ad avere la meglio su tutti gli assalitori, anche se Telonius, costretto alle strette, riportò fastidiose ferite. Ma qualcosa faceva supporre che, nonostante il tempo per la seduta fosse scaduto, la cosa non sarebbe finita così...