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Il Male antico, episodio III

#47: Ritorno a casa

Quando l'ultimo dei mind flyer cade a terra, il bozzolo verde inizia a pulsare violentemente. Khursos e gli altri stringono ben salde le armi, pronti ad ingaggiare l'ennesima battaglia. Dal bozzolo fuoriesce, o forse si genera, una nebbia verde, sempre più fitta, mentre il bozzolo e il Germoglio sembrano rimpicciolirsi, ritirandosi verso il centro.

"Ahi ahi" mormora Valigar, ma la sua è solo una voce nella nebbia. Poi le vertigini stordiscono gli Eroi. "Ci risiamo..." mormora la voce di Valigar. Poi il buio.

Khursos viene risvegliato dai mormorii preoccupanti di Geov. E' steso su qualcosa di freddo. Marmo. La stanza è bianca e dall'alto soffitto a volta. Riesce a muovere solo il collo. Qualcuno vicino a lui sta armeggiando con del metallo, delle lame. Geov mormora più forte.

Poi la faccia di una nana entra nel suo campo visivo. Truce e baffuta, lo ispeziona con occhio clinico, quindi gli infila in bocca un liquido, costringendolo a bere. Sembra che faccia altrettanto con gli altri, a giudicare dai mormorii sommessi. Solo Geov sembra agitarsi. La pozione ingerita provoca una nuova sonnolenza nel draconide, e l'ultima cosa che vede è la nana passargli vicino con uno strano oggetto, una sorta di sacchetto rigonfio con un imbuto. Va verso Geov...

I risvegli si susseguono. Ogni volta la nana. Ogni volta qualcosa da bere. Ogni volta la brutta sensazione di non sentire il proprio corpo e di poter muovere solo il collo. Poi finalmente, dopo una vita di risvegli e sonno senza sogni, i Nostri si ritrovano seduti. Alcuni nani massaggiano loro le membra, che sembrano riprendere vita.

"E' un ospedale" riconosce Khursos. "Dove siamo? Chi sei?" chiede con la nana, ma questa non risponde.

Altri nani sono stesi in altri giacigli, quasi tutti con gravi ferite.

"Siamo nella fortezza dei nani, siamo tornati" dice Geov. Ma sembra molto preoccupato.

"Vi siete ripresi finalmente!" la nuova voce è di Koin. Il nano è entrato nella stanza e si è diretto verso di loro. "Dormite da dieci giorni ormai!"

"Ma come dormiamo?!?" protestano gli Eroi. La torre, i cultisti, la nave, il germoglio... "La Stella Verde!" esclama Geov, quasi delirante. Il ranger fa per alzarsi. "Siamo tutti in pericolo!" grida.

Ma i nani lo trattengono. "Calmo calmo! Avete avuto febbre alta e... una strana malattia." Ora è Koin ad apparire preoccupato.

"Spiega" chiede Khursos.

"Dopo lo scontro con l'Aboleth siete crollati. Eravate sfiniti. Io e Khorin abbiamo pensato ad un ultimo, micidiale attacco psichico di quel mostro. A fatica vi abbiamo trascinato in salvo. Siete stati portati qui, ma le cure non davano alcun effetto. Poi, dopo alcuni giorni, avete iniziato a parlare nel sonno, ad agitarvi, mentre la febbre saliva e piaghe inspiegabili si aprivano nelle vostre carni. Potevamo solo curarvi e mantenervi in vita. Il tutto è durato quasi dieci giorni. Finchè non avete riaperto gli occhi. Il vostro fisico era debole e provato, ma per quello abbiamo ottimi metodi!"

Geov non appare per nulla convinto. Si gira verso i compagni. "La Stella Verde! E' un altro trucco!" sibila, sotto voce.

"Spero vi riprendiate in fretta, ora che siete svegli. Domani è il gran giorno!" Riprende Koin. "Sarete ospiti d'onore!"

"Gran giorno per cosa?" chiede Thomàs.

"Faranno il funerale al re" dice Adrian.

"Oh, no. Le esequie di Thormin sono già state eseguite. Khorin ha impiegato alcuni giorni a digerire il lutto, ma alla fine si è convinto. Siamo andati a recuperare il corpo mutato di Thormin e l'abbiamo riportato alla fortezza." Koin fa una piccola pausa. "Chiuso in un sarcofago. Nessuno l'ha visto" specifica, a disagio.

"Domani Khorin verrà incoronato. Diventerà re" spiega poi.

"Non accadrà" sentenzia Khursos, lasciando di sale tutti i presenti. "Khorin non può governare" aggiunge solo.
 


 

Ed è così che giunge il giorno successivo. I Nostri, zoppicanti, riescono a rialzarsi e a fare qualche giro per l'accampamento. I nani hanno aiutato gli uomini a costruire quasi un piccolo villaggio, nell'attesa della Grande Festa. Geov, Thomàs e Adrian raggiungono il loro carro.


"Pensa se hanno scoperto quel che abbiamo sul carro" mormora Thomàs a Geov, alludendo ai tesori trafugati dai drow alla famiglia reale di Khorin, trovati dagli eroi e non restituiti.

Al carro Geov ritrova i cinque membri della sua Mano. Vigili e sull'attenti, accolgono con commozione il loro ritrovano comandante.

"Abbiamo vegliato il vostro carro, comandante Geov! Nessuno ci si è avvicinato!"

"Molto bene, molto bene" dice Geov. Thomàs sospira di sollievo.

"Ora ho un lavoro per voialtri..." aggiunge poi Geov, e la Mano gli si fa vicino.

Adrian nel frattempo decide di cercare Afia. La trova, alle prese con altri abitanti dell'accampamento.

"Dovete ascoltarmi vi dico!" ma la gente la ignora, seccata.

"Afia!"

La giovane maga si gira. "Oh, Adrian! Adrian devi aiutarmi!"

"Sì, sto bene, grazie"

"Devi aiutarmi! Quei poveretti, oh cielo! Nessuno pensa a loro!"

"Chi, cara?"

"I deportati! Avete già dimenticato tutti quanti?!? Alla Guglia Tonante, un carro di hobgoblin era già partito col suo triste carico! Dobbiamo salvarli!"

"Certo. Lo faremo"

"Oh!"
 



Nel pomeriggio ha inizio la cerimonia. I nani hanno costruito un palco all'ingresso della fortezza. Posti d'onore per gli Eroi e una nutrita rappresentanza di nani, tra i quali Koin.

Douven e Dren raggiungono il pulpito.

"Popoli della Valle" esordisce Douven. "Siamo qui riuniti per festeggiare la liberazione della nostra terra! Il giorno in cui uomini e nani sono tornati a combattere, e vincere, assieme!"

"Tutto questo non sarebbe stato possibile senza l'aiuto speciale di questi eroi!" Dice poi, indicando i Nostri.

"Ed è per questo che voglio chiamare sul palco il prode Geov!" Applausi, delirio. Nessuno però raggiunge il palco. Douven si schiarisce la voce.

"Il prode Geov!" intona nuovamente. Nulla.

"Ma dov è?" ci si chiede. Geov non si vede. Non è seduto al suo posto. Adrian fa spallucce. "Era qui poco fa..."

"Vabbè... allora procediamo. Il comandante Khursos!"

Khursos raggiunge il palco e viene nominato Generale dell'Esercito Libero della Valle. "E avrai pieno potere su tutte le forze combattenti della valle!" un urrà molto violento esplode da un angolo della folla, dove Khursos intravede i reduci da lui guidati in battaglia.

Viene poi chiamato Thomàs. E' Dren a premiarlo. "Da oggi non sarai più Tei Thomàs... ma Gran Tei! Comandante in capo dei ranger del Nentir" poi, all'orecchio del giovane, aggiunge commosso: "l'allievo ha superato il maestro!"

Quando sul palco viene invitato Adrian, anche un'altra figura avanza stanca. Un nano. Sporco e impolverato come da un recentissimo viaggio. E' Grundelmar, il chierico di Altarupe. "Se me l'avessero detto non ci avrei creduto" dice, burbero, verso Adrian. "Ma oggi proclamiamo questo giovane Patriarca della Valle!" Applausi. Ovazioni.

Poi finalmente appare Geov. Avanza verso il palco seguito dalla sua Mano. Ognuno di loro porta una pesante cassa.

"E infine il prode Geov!" dice Douven. "Cosa potremmo mai offrire a colui che rifiuta con sdegno ogni carica pubblica, ogni onore, ogni privilegio? Nulla. Ed è per questo che la Valle non donerà nulla a Geov, se non un ulteriore fardello"

Geov attende, poco convinto di voler sapere altro. Ma Douven continua.

"La Valle chiede a te, prode Geov, di continuare a vegliare! Sarai tu lo Spirito Indomito della Valle? L'Ombra che si aggira nei boschi? Il Protettore Occulto di questa gente?"

Geov guarda la sua Mano. I loro nove occhi brillano. "Io sarò tutto ciò" sentenzia. E Douven gli porge una chiave. "E' della vecchia torre di guardia abbandonata, sulle sponde nord del lago Nen. Nessuno ci va più dai tempi delle guerre degli orchi. Una volta la sua fiamma rischiarava la notte del lago, e i villaggi del sud sapevano che il nord era al sicuro. Da tempo quella fiamma è spenta"

"La fiamma del nord tornerà a brillare" promette Geov.

E finalmente si giunge al momento dell'incoronazione. Khorin fa il suo ingresso, il volto teso ma lo sguardo lucido. Khursos scuote la testa.

Geov avanza. "Permettete una parola?" I Compagni si guardano, allarmati, e così tutta la folla.

"Principe Khorin, anche noi abbiamo un omaggio per i nani della fortezza" e fa avanzare i membri della Mano. Le casse vengono aperte e i pezzi dell'armatura di Drugor riemergono.

"L'armatura rubata!" il mormorio corre tra la folla come veleno nelle vene. Il volto di Khorin, da sorpreso, diventa subito truce.

"Avrai sicuramente un ottima spiegazione per questo" commenta a detti stretti.

"Uh, oh... certo" dice Geov. "I drow avevano rubato queste... cose... e le avevano portate alla Guglia, dove noi le abbiamo recuperate e ora, beh, ecco, sono qui"

"E vi ci è voluto tanto tempo prima di restituirmele? Lacrime amare hanno solcato le mie guance, e voi eravate lì con me."

Alcune delle guardie della fortezza mettono mano alle armi.

"Sire..." interviene Khursos. "Il fatto è che fino all'ultimo abbiamo temuto ci fosse una spia tra di voi. Ed eravamo nel giusto, ricordate? Se costui avesse saputo che il tesoro dei vostri avi non era più nelle mani dei drow, chissà... almeno così era custodito da noi, al sicuro. E ora ve lo restituiamo"

Khorin sembra indeciso e imbarazzato. "Oh, beh..." borbotta... "stando così le cose... beh... suppongo di dovervi delle scuse e dei ringraziamenti, ecco" dice. La folla tira un sospiro di sollievo e la cerimonia si conclude. Khorin è re.

"E il mio primo atto in qualità di re..." dice... "E' questo." si toglie la corona e la poggia sul capo di Koin, incredulo. "Abdico" dice.
 



Quella sera grande festa e banchetto. I Nostri, stanchi, se ne stanno in disparte. Tra loro c'è anche Khorin, vestito ora come un semplice nano. "Domani partirò" annuncia. "Desidero vedere le montagne ad ovest. Andrò a Dolceinverno per un po', poi chissà".

"Noi dovremmo tornare ad Altarupe. Potremmo fare un pezzo di strada assieme" propone Khursos.

"Partirò all'alba, non voglio altre feste o addii. Lo dirò solo a Koin... è il mio re, dopotutto"

"Verrò con voi anch'io" dice Douven. "Lord Harken, che non avete visto alla cerimonia, è partito giorni fa per Harkenwold. Sono giunte notizie poco rassicuranti di suo figlio. Era impegnato in una missione, da quel che so. Andrò a vedere cosa succede. Inoltre penso che mi metterò sulle tracce di quegli hobgoblin."

"Anche io e Afia inseguiremo gli hobgoblin." dice Adrian.

"Allora è deciso" dice Douven. "Partiremo tutti assieme domattina per Altarupe. Là i nostri destini si separeranno ancora una volta"
 



Il viaggio per Altarupe fu piacevole. Khorin appariva finalmente sereno, capace di ridere e scherzare anche con Adrian. Fecero una breve pausa al mulino Chandler, che ora si chiamava Nuova Chandler, e alla Guglia Tonante, dove i minotauri offrirono loro una notte di banchetti e festeggiamenti.

Poi finalmente giunsero ad Altarupe. Lord Markenlhay era invecchiato di molti anni in poche settimane. La malattia indotta lo aveva debilitato. Accolse il nuovo Generale Khursos con affetto.

"C'è una cosa per te. La moglie di Sandercot me l'ha portata tempo fa, visto che tu non ti sei più fatto vedere. Ecco" dice, tirando fuori da un baule una corazza di scaglie di drago. "L'avevi commissionata tu se non sbaglio".

"Amici" dice quindi Adrian. Afia, al suo fianco, arrosisce. "Noi due ci sposiamo. Vorremmo attendere l'arrivo di Grundelmar per far celebrare a lui le nozze, ma ho anche voglia di rivedere mio cugino Benjas..."

Ma gli altri hanno già capito. "Proseguiremo con Khorin fino a Dolceinverno, e là ci faremo sposare da mio cugino"

"E gli schiavi?" chiede Thomàs.

"Douven andrà avanti. Lo raggiungeremo. Dopo"

I Nostri si guardano. E' un saluto che sa di addio. La Valle è libera. Gli Eroi tornano a casa. Nuove responsabilità gravano ora su di loro. Geov stringe nella tasca la chiave della sua torre, desideroso di iniziare i lavori di ritrutturazione. Khursos ammira il palazzo di Markenlhay, come se lo vedesse per la prima volta... ora che è anche suo. Thomàs pensa ai suoi boschi e a quanto lavoro ci sarà da fare nel suo villaggio, a Rivarossa e in tutti gli altri borghi sul lago. Lavoro per i ranger.

"Ci rivedremo" si promettono.
 

Saggio di passaggio dice: La morale

"Meglio non essere schiavi"

schiavo dice:

Vi date una mossa a venirci a salvare ?