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Il Male antico, episodio III

#49: Il messaggero

E' appena iniziata una fase della Storia che vedrà lo svolgersi di imprese Leggendarie, e i Nostri si accingono a tal proposito a depredare i cadaveri.

Vengono rinvenuti gruzzoletti di monete, gioielli, gemme e armi magiche minori. Il Gruppo guarda il tesoro con disprezzo per la sua esigua entità, ma arraffa ugualmente fino all'ultimo spicciolo e incamera il tutto nel carro di Natan.

"C'è altro da fare qui?" chiede Melkin.

"Nessuno da uccidere. Andiamocene via!" dice Sepuku, ma il goliath guardiano lo trattiene.

"Se erano schiavisti..."

"...ci saranno anche gli schiavi" conclude per lui Aarsh, lo sguardo da cacciatore che già scruta tra le rovine di Zealbross.

Si decide quindi di trovare, o quantomeno cercare, gli schiavi. Anche perchè, stando all'acume di Natan, non esistono schiavisti privi di oro, e quello trovato nelle loro tasche è decisamente troppo poco.

La perlustrazione rivela alcune casupole rimesse in sesto. Dentro tre di queste vengono trovati una cinquantina di schiavi. L'altra sembrava il quartier generale della banda. Viene qui rinvenuto l'oro mancante all'appello e alcune note di vendita. L'occhio acuto di Natan registra molte spedizioni a carico di un certo Dentediferro di Dolceinverno e Droni di Waterdeep. Sul primo ha sentito solo voci confuse e quasi tutte indirette: si parlava di un certo Kelariel, un bizzarro chierico con strane manie, e un suo oscuro progetto a Dolceinverno. Sul secondo ha sentito dire ben poco: le mura di Waterdeep proteggono molto bene gli affari interni, e probabilmente loschi, della grande città.

Tra gli schiavi vi sono una trentina di uomini della valle del Nentir, di un villaggio chiamato Rivarossa.

"Sarà dura tornare al nostro villaggio... vestiti di stracci, senza cibo"

"Non vi preoccupate. Vi fornirò cavalcature." promette Natan. Con un rituale evoca una dozzina di cavalli sotto gli occhi esterefatti dei trenta uomini. "Questi vi aiuteranno"

"Ma... sono veri?" chiedono gli uomini, e anche i compagni di viaggio di Natan.

"Certo, ma dureranno solo dodici ore" conferma Natan.

"Dodici ore... saranno sufficienti per raggiungere Loudwater... là almeno potremmo comperare cibo per il viaggio... se avessimo il denaro..."

Natan guarda impassibile il suo interlocutore. Dietro di lui si sentono ancora Aarsh e i due goliath contare le diciottomila monete d'oro trovate nel covo della banda. Natan è immobile, potrebbe benissimo essere una statua. L'uomo sospira. "Magari troveremo la carità di qualcuno, a Loudwater..." conclude.

Partiti gli uomini di Rivarossa, altri gruppetti si mettono in viaggio per i villaggi sparsi a sud. Restano solo tre marmocchi impauriti.

"E voi?" chiede Melkin.

"Siamo di Secomber" dice uno.

"Paura" dice l'altro.

"La strada... pericolosa..." fa il terzo.

"Secomber eh? E' sulla strada per Waterdeep. Vi ci porteremo noi" conclude il goliath.

"Neanche per sogno!" tuona Sepuku. Non avere nessuno da uccidere per molti giorni è già difficile da digerire, ma condividere il viaggio con tre bambini umani piagnuccolosi è decisamente troppo per il gigantesco berseker.

"Se vi azzardate a seguirci vi stacco le gambe!" minaccia il goliath.

I bambini fuggono via terrorizzati e a nulla valgono i tentativi di Melkin. Il suo aspetto, così simile a quello del compagno, eclissa ogni sua parola di conforto. Deve intervenire Natan che, con due parole, accoglie i bambini tremanti sotto il suo mantello e li porta lontani da Sepuku, lanciando al compagno un'occhiataccia.

E così si parte per Secomber. Il viaggio è tranquillo, troppo per Sepuku, e Natan ne approfitta per chiedere ai bimbi quel che sanno sul loro villaggio.

"C'è un sindaco" dice uno.

"Una donna, Kelana Dhoram" dice l'altro. Sepuku storce la bocca.

"Una mezzelfa" precisa il terzo. Sepuku sputa per terra.

Mezzelfa. Kelana Dhoram. Sindaco. Natan annuisce e registra mentalmente, ricavando uno spazietto nell'immenso archivio della sua mente.

"Ci sono problemi in città" continua uno, "ma non so esattamente cosa stia succedendo. Noi viviamo in una fattoria un po' prima di Secomber. In città ci sono andato solo un paio di volte"

Ma l'allegro chiacchiericcio dei bambini viene interrotto bruscamente. Superata una piccola altura i Nostri vedono, ad un centinaio di metri di distanza, una scena raccapricciante. Quattro grossi troll stanno litigando attorno al corpo squartato di un cavallo, lottando per le parti più succulente della povera bestia.

Aarsh e Natan tentano immediatamente di nascondersi e avvicinare i troll di sorpresa, mentre i due goliath avanzano lungo la via. Natan osserva i troll: dietro un muretto in rovina ce ne sono altri due che i compagni non hanno visto! In più vi è un'altra creatura, un umanoide molto grosso, accucciato su qualcosa. Il mago guarda i compagni. I due goliath avanzano sicuri, pregustando l'esercizio accademico, mentre Aarsh striscia tra i cespugli provocando forse più rumore degli altri due. I troll infatti li vedono. Prima che lo scontro abbia inizio il mago crea l'illusione di un drago all'attacco sul fianco dei troll: ne esce una specie di ruggito che può passare a malapena per il latrato di un cane o di un lupo, abbastanza per creare comunque un diversivo. Due dei quattro troll si girano verso il suono e perdono l'attimo.

Ha inizio lo scontro. I due troll nascosti si palesano ma restano dietro la parziale copertura del muretto, staccandovi pietre che gettano poi sui Nostri, soprattutto su Aarsh. I due goliath ingaggiano la prima linea dei troll, aiutati da Aarsh e il suo Spririto Amico, mentre Natan tiene a bada gli artiglieri con attacchi a distanza. La creatura misteriosa, un Oni, diventa invisibile per riapparire poco dopo, in posizione favorevole per scagliare una tempesta di fulmini sui tre in prima linea.

Ben presto i Nostri imparano che le armi convenzionali non possono uccidere i troll e gli incantesimi di fuoco di Natan tornano utili, così come i poteri di Sepuku. Quando tutti troll cadono, l'Oni tenta la fuga. Anche lui è stato ferito, colpito più volte da Melkin, ma sembra essere ancora in forze e lucido. Capisce comunque che la battaglia è ormai in rotta. Diventa nuovamente invisibile e fluttua via, lontano dal gruppo. Melkin tenta un inseguimento cieco, mena l'arma nell'aria, ma non incontra il suo bersaglio.

"E' andato" dice Natan di malavoglia. Anche lui ha vagliato alcuni piani, ma li ha dovuti scartare tutti. Si avvicina invece all'oggetto dell'attenzione dell'Oni, la cosa su cui era accucciato. Un corpo. Un giovane umano, assassinato. Vestiva come una guardia cittadina, o un miliziano, e portava una borsa a tracolla.

"Un messaggero" dice Natan. Il contenuto della borsa è stato sparso a terra. Il mago raccoglie una pergamena riposta a parte dall'Oni. "E questo era il suo messaggio", dice, preparandosi a leggerlo...

Critico d'arte dice: Spiegazione

Nel disegno in ordine da sinistra

Arsh, Melkin e Sepuku

Nathan  è nel calderone