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Il Male antico, episodio III

#35: il nanetto

Il viaggio fino a Nenlast è breve. Al loro arrivo, i Nostri trovano il villaggio abbandonato e bruciato.

Le truppe nemiche, a detta di Thomàs, si sono ritirate di recente verso sud, lasciando terra bruciata alle loro spalle. Si decide comunque per una perlustrazione di sicurezza.

Nei pressi della piazzetta della locanda i nostri odono strani borbottii. Nascosto, Thomàs va in avanscoperta e scopre, dietro la locanda, attorno ad un pozzo, una decina abbondande di sacchi poggiati a terra e guardati a vista da un paio di ogri. Mentre studia la situazione, un terzo ogre giunge portando altri due sacchi e gettandoli senza tante cerimonie a terra. Da alcuni dei sacchi provengono deboli lamenti e si intravede qualche movimento al loro interno.

Incuriosito, Thomàs torna a raccontare agli altri ed entra poi nella locanda, andando al piano di sopra e trovando un buon punto da una finestra per usare il suo arco. Gli altri escono allo scoperto e lo scontro con gli ogri si rivela niente più che un breve esercizio accademico.

Adrian si prodiga nell'aprire uno dei sacchi da cui provengono i lamenti. Con sua sorpresa ne esce un malconcio nano. Sporco, la barba arruffata, scalzo e vestito di stracci, il nano appare anche molto debole e denutrito. Adrian gli porta il conforto di Pelor e il nano si presenta con il nome di Koin, trovando poi la forza per preoccuparsi della sorte dei suoi compagni. Assieme ad Adrian, Koin inizia a liberare gli altri nani. Alcuni di questi sono privi di sensi, ma uno in particolare sembra animato invece da grande vitalità. Esce dal sacco tra grandi brontolii e si alza subito in piedi. Punta lo sguardo fiero su Koin, poi su Adrian e il suo volto si rabbuia. Si pone tra Adrian e gli altri nani, in atteggiamento di sfida e protezione, lanciando scintille dagli occhi.

"Stai calmo, nanetto!" gli urla Thomàs dalla finestra.

Il nanetto attraversa le varie tonalità del rosso, rosso porpora, rosso cardinale, viola, blu notte e sembra che la rabbia impedisca alla sua lingua di sciogliersi in qualche frase articolata, quando Koin, alle sue spalle, gli si mette davanti e grida di rimando al ranger:

"Come osi? Questi è Khorin, figlio di Thormin, Signore dei Nani di Forte Martello!"

"E voi, luridi mercenari, troverete che i Nani di Forte Martello sanno vendere cara la pelle anche da disarmati!" aggiunge il Signore dei Nani.

"Noi non siamo mercenari!" obietta Adrian. "Noi siamo i liberatori della valle!"

"Cosa ci fate qui voi nani di Forte Martello? E perchè vi trovate in questo stato?" chiede Geov.

"Non parlo con i servi della Regina!" si intestardisce il nano.

A questo punto è necessaria un po' di diplomazia e si giunge infine a far accettare al nano che i Nostri non sono mercenari di nessuno, e che anzi hanno appena salvato la vita a lui e al suo gruppo di nani.

Khorin riassume quindi la sua storia, raccontando di come i drow e i loro sgherri abbiano sottomesso Forte Martello e la sua gente. Solo lui e i suoi 14 nani sono riusciti a fuggire e, dopo essersi nascosti per molto tempo nei boschi attorno al lago, sono stati catturati dagli ogri mandati a cercarli.

"Ma come ha potuto cadere la vostra fortezza?" chiede Geov. "Forse qualcuno ha tradito?"

Una fitta di dolore attraversa il volto di Khorin. "Mio padre, Thormin, Signore di Forte Martello, ha perso il senno e ha aperto ai drow le porte della fortezza. Non solo: ha accettato che il suo popolo venisse ridotto in schiavitù. Non so cosa gli sia accaduto, ma questo è quanto, e la vergogna mai abbandonerà la mia famiglia"

"Mio signore..." tenta Koin.

"E come avete fatto a farvi catturare dagli ogri? Non sembrano nè forti nè furbi" continua Geov.

"Hanno qualche strano potere! I drow devono aver dato loro qualche potente alleato, in grado di usare stregonerie! Ero nel bosco, assieme a Bolin e Folin, due fratelli, i più giovani della mia compagnia, quando abbiamo sentito i rumori dei nostri inseguitori. Ci siamo divisi. Poi una strana sonnolenza mi ha colto, e sono crollato a terra, svegliandomi poi dentro quel sacco"

"Mio signore, a proposito..." ritenta Koin.

"Quindi tra loro c'è qualche mago" sostiene Adrian.

"Mio signore..."

"Insomma che c'è?!?" sbotta Khorin.

"Mio signore, a proposito di Bolin e Folin... mancano all'appello"

E infatti i sacchi a terra sono solo 13, e tredici sono i nani.

"Si direbbe che qui qualcuno abbia bisogno di noi" insinua con arroganza Geov, ma questa volta calca un po' troppo la mano. Khorin si gonfia come un gallo.

"Il Principe dei Nani non ha bisogno dell'aiuto di nessuno!" brontola e, date le spalle con gesto plateale, riunisce a consiglio i suoi dodici nani.

Frattanto Khursos, che ha assistito a tutta la scena di nascosto, esce allo scoperto e va a piazzarsi alle spalle del Principe. I nani discutono nella loro lingua segreta, ed è impossibile capire cosa si stiano dicendo. Tuttavia, dai toni sembra che Koin e qualche altro dalla mente più moderata e progressista stiano spiegando con buone argomentazioni che loro sono disarmati, non protetti e stanchi, e che dopotutto gli stranieri si sono dimostrati leali.

Quando infine il consiglio ha termine, Khorin si degna di voltarsi. La visione inaspettata del draconide getta nuovo sgomento nel Principe, che rinnova le sue accuse. "Lo sapevo!" urla, "Vi accompagnate ai Mostri! Proprio come i mercenari della Regina!"

"Ma io sono Khursos il draconide, Capitano delle Guardie e Generale dell'Esercito di Liberazione della Valle! Per noi è un onore aiutare il Signore di Forte Martello"

"Oh, uh... beh... in tal caso... bah... Tu e i tuoi servigi sono ben accetti, Figlio del Drago" borbotta Khorin con solennità. Khursos raccoglie, quindi espone l'idea che si è fatto ascoltando il racconto.

"Signori, qui ci troviamo quasi certamente di fronte ad un tipico caso di squadra di Ogri comandata da uno o più Oni. Un solo Oni, se la mia esperienza non mi inganna."

"Oni?" chiede Adrian.

"Sì. Somigliano agli Ogri, ma hanno con questi solo una lontana parentela. Sono molto più intelligenti, e crudeli. Usano poteri sovrannaturali, e possono far cadere in trance le loro vittime, prima di divorarle. Principe Khorin", aggiunge poi, con grande diplomazia, "vi aiuteremo a scovare l'oni nel bosco e libereremo i vostri due compagni"

E così avviene. Il Gruppo, guidato da Khorin, raggiunge il bosco e torna al punto in cui Khorin si è diviso da Bolin e Folin. Qui i ranger seguono le tracce dei due nani, fino a giungere in vista di due ogri e di un terzo figuro, più magro e dall'aspetto molto più sinistro, ma altrettanto bestiale.

Il gruppo riesce a prendere di sorpresa il nemico. I due ogri cadono subito sotto i colpi di Thomàs e Geov, mentre Khursos va a fronteggiare l'Oni. Ma la foresta si rivela terreno molto difficile per il combattimento e i movimenti dei Nostri sono impacciati e rallentati dal fitto sottobosco. L'oni, invece, pare potersi trasformare ed assumere una più comoda forma gassosa, grazie alla quale si va a porre in buona posizione per colpire quasi tutti con il suo soffio frastornante. I Nostri vengono colpiti e Geov e Khursos accusano la prima fase dell'effetto. Anche Khorin viene colpito ma, a differenza dei due Eroi, ne viene sopraffatto e crolla di nuovo a terra, svenuto.

Lo scontro è tuttavia relativamente semplice e l'Oni viene messo in fuga. Riassunta forma gassosa, il gigante tenta di fuggire all'interno della foresta, ma le frecce di Thomàs lo raggiungono prima che riesca a portarsi fuori portata. Thomàs abbatte il mostro, mentre il dubbio di aver forse perso l'occasione per saccheggiare la sua tana lo invade.

Bolin e Folin vengono liberati e si ritorna a Nenlast.

"Riconquiestermo Forte Martello" promette Khorin.

"In quindici?"

"Sì, se necessario. O periremo nel tentativo"

"Ma noi abbiamo un esercito" azzarda Khursos, e meno di quarantott'ore dopo le forze di Rivarossa vengono portate a Nenlast.

"E' tutto a posto" assicura Khursos. "Non c'è più traccia del nemico. Si sono ritirati verso sud, probabilmente a Forte Martello"


Un veloce schizzo dell'Oni. Disegnato da Khorin di Forte Martello sul taccuino di Thomàs.


"Conosco bene le loro forze" dirà Khorin parlando con Zimmerman, Dren e gli Eroi durante un Consiglio di Guerra a Nenlast. "Ci sono orchi, un centinaio, e alcuni giganti delle colline, e dei mercenari umani, un gruppo di ogri e alcune strane creature dei drow"

Le forze degli Uomini sono invece esigue, convengono i partecipanti. Ci sono i ranger di Dren e Thomàs, i restanti guerrieri di Zimmerman, il gruppo di uomini di Rivarossa sotto il comando di Khursos... e cinque tizi sopravvissuti per miracolo alla battaglia di Rivarossa, cinque tizi al comando di Geov, cinque tizi che Geov stesso, non sapendo se in preda a visioni, è andato a cercare tra i superstiti e ha trovato; cinque tizi che, supplicandolo, hanno chiesto a Geov di divenire il loro mentore e condottiero e formare la sua squadra di guerriglia. Cinque tizi che, al consenso commosso di Geov, hanno deciso di soprannominarsi "la Mano di Geov".

Già, ma anche con le mani e i piedi di Geov le forze sono ancora impari. Ma proprio in quel momento un ranger irrompe nella sala del consiglio.

"Comandante Dren, dei cavalieri in avvicinamento da sud ovest. Alcune decine, più uomini appiedati"

Il consiglio viene interrotto. Prima che qualcuno possa prendere iniziative, Thomàs e Geov sono già partiti a cavallo, in direzione della piccola armata. Raggiunto un punto favorevole, i due ranger si nascondono e attendono di veder passare il corteo.

Sono uomini. Una trentina di cavalieri e una quarantina di fanti. Ben equipaggiati. Tra loro, vicino ad un cavaliere in armatura particolarmente vistosa, cavalca quella vecchia conoscenza di Douven di Altarupe.

 

geov dice:

effettivamente lo "schizzo" che Khorin ha regalato a Thomàs è proprio veloce e privo di ogni dettaglio.......l'unica cosa che non riesco a vedere è se anche l'oni ha lo scroto.....